
Dentista Vs Estetista. Legati Da Un Intimo Legame
Posizionare un impianto nelle ossa non è come mettere una vite in un muro: è un atto medico-chirurgico a tutti gli effetti, che richiede competenza, perizia ed esperienza.
L’ingresso nel settore odontoiatrico dei gruppi di investimento economico e l’alto numero di dentisti in circolazione ha prodotto la mercificazione delle cure odontoiatriche, in particolar modo dell’implantologia.
Voglio spiegare questo fenomeno utilizzando i numeri e i dati reperiti dalle associazioni di categoria e dalle fonti ministeriali.
Vi siete mai chiesti quanti siano i dentisti oggi in Italia? E quante estetiste?
Vi starete chiedendo cosa ci sia in comune tra un’estetista e un odontoiatra, ma il loro legame è più intimo di quanto non si possa credere.
Entrambi esercitano la loro professione nel settore del quaternario, ovvero del superfluo. Infatti se si eliminano le patologie della bocca e la cura dei denti, sia le estetiste che i dentisti devono offrire ai propri pazienti/clienti dei servizi che definirei commodities inerenti il proprio aspetto estetico.
Gli strumenti presenti negli studi odontoiatrici di sbiancamento dentale, trattamento balsamico delle gengive e cura dell’alitosi sono ormai numerosi e quasi ogni casa farmaceutica ha una sua linea specifica e dedicata alle esigenze dei dentisti e dei pazienti più esigenti.
Ben venga il prendersi cura della bocca (come del proprio corpo): l’affermazione sociale è alla base del proprio equilibrio psicologico; tutto ciò ha però portato lentamente il clinico a scambiare la figura del paziente in quella di un cliente. E la stessa professione odontoiatrica (avvicinandosi sempre di più alla sfera commerciale) vede cambiare la sua “forma” (oserei direi anche la sua sostanza) cominciando a offrire una gamma di prodotti “di cosmesi della bocca” a un numero sempre maggiore di persone.
Nel passaggio, quindi, da una odontoiatria prettamente terapeutica a una “anche commerciale”, si è inserita la diffusione dell’implatologia low cost come alternativa estetica alle protesi mobili.
Se analizziamo però questo fenomeno, cercando banal mente di applicare le più basilari leggi dell’economia di mer-
cato, vedremo come in Italia (ad oggi 2017) ci siano più di 60.000 dentisti esercitanti a fronte di 54.000 estetiste.
Questo vuol dire che il rapporto medico paziente è di 1 a 1.000 per i dentisti, ed è ovviamente più favorevole per le estetiste (parliamo ovviamente di media nazionale, ma ci sono regioni come la Liguria dove il rapporto è addirittura di 1 a 700). È facile in tuire come una tale quantità di dentisti abbia scatenato una tremenda guerra al ribasso su tutti i fronti, fino ad arrivare alle aberrazioni proposte dai gruppi d’acquisto.
Il ribasso economico non ha solo implicato un calo dei prezzi delle tariffe odontoiatriche (estetiche e non) ma ha determinato una mercificazione dei compensi dei dentisti, diventati prestatori d’opera dei players economici entrati nel ricco settore del dentale. Tutto ciò ha causato una straordinaria guerra al ribasso con conseguente perdita di qualità sia dei materiali che ovviamente di competenza chirurgica.
Il meccanismo è riassumibile in pochi passaggi: gli imprenditori dell’odontoiatria aprono cliniche fittiziamente low-cost, possibilmente in centri di grande affluenza o di passaggio e assumono con contratti libero professionali (ovvero pagati a meno di 20 euro l’ora) alcuni dentisti compiacenti che dopo poco tempo cambieranno, offrendo così servizi scontati proposti con campagne pubblicitarie molto aggressive e costose.
Come può l’ignaro paziente difendersi?
Ancora una volta deve diffidare e informarsi.
Deve innanzitutto comprendere se nel centro (o studio) il dentista è transitorio o ha una effettiva storia di attività professionale documentata.
È necessario che si informi sul suo curriculum, se ha una laurea conseguita in una università prestigiosa o meno; deve recensire il suo percorso formativo specialistico, chi sono stati i suoi maestri e quanta esperienza ha acquisito.
Spesso, infatti, chi presta la propria opera nei “centri di risparmio dentale” è un dentista alle prime armi, inesperto e che ha accettato di essere sottopagato pur di fare un po’ di pratica, per poi continuare la propria carriera altrove.
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